Obiettivo lean logistics, un orizzonte non troppo lontano

Logistica terziarizzata

Una logistica leggera? Sì, grazie. Non fosse altro che per la tempestività e l’affidabilità in fase di consegna che è in grado di offrire. Ma di cosa si tratta esattamente? Lean logistics, anche qui nel Belpaese, sta ad indicare un approccio volto a migliorare la logistica del magazzino con una ottimizzazione dei processi e la riduzione sistematica degli sprechi.

Strettamente connessa alla produzione, anch’essa snella ed efficiente, la logistica leggera mette al centro dell’attenzione in maniera decisa e definitiva l’attore principale di tutta la filiera: il cliente, considerato non più come numero, ordine e commessa, ma come un soggetto ricco di valore.

Ogni cliente ed esigenza rappresentano una ricchezza, un bagaglio di indicazioni cui attingere in tutti i fisiologici momenti di incertezza durante lo svolgimento delle procedure di magazzino. Nell’ottica di una logistica “lean” sono proprio le priorità del cliente a costituire i punti fermi necessari per trasformare piccole o grandi inefficenze talvolta strutturali in preziosi spunti operativi di miglioramento. Se il cliente diviene il perno fondante di ogni attività, ecco che le variabili esterne, quelle che rischiano di portare fuori controllo il sistema aziendale, sono come minimo mitigate, se non addirittura azzerate.

Assodato che le finalità della logistica sono pianificare e gestire il flusso dei materiali – dai componenti ai prodotti finiti – per soddisfare la domanda del cliente, due elementi distinguono la lean logistics dalla logistica tradizionale:

Lean logistics

  • La pianificazione: nella lean logistics si abbandonano le tecniche note come “push”, in cui i processi si gestiscono in anticipo rispetto al fabbisogno dei clienti, per abbracciare tecniche di tipo “pull”, dove ogni azione è determinata da una specifica richiesta del mercato.
  • Le movimentazioni e i trasporti: se nell’approccio classico i processi a valore aggiunto e quelli fonte di spreco (attese in primis) sono compresi in un unico grande contenitore ideale alternati gli uni all’altro, nella lean logistics sono invece nettamente separati tra loro. L’effetto più immediato è una rapida riduzione dello spreco stesso.

Nonostante si tratti, sulla carta, di una filosofia di cristallina correttezza, la lean logistics ha ancora più le sembianze di una buona intenzione che quelle di una realtà consolidata. Cosa c’è fra il dire e il fare? Soprattutto i troppi condizionamenti sui processi di sistema aziendali da parte di variabili esterne, influenze che sfuggono spesso al controllo delle aziende medesime.

Ma qualche via d’uscita esiste, e passa dai concetti del cosiddetto lean thinking: quelli, cioè, che si fondano su piani operativi in perpetuo divenire e richiamano i principi del cosiddetto work in progress. Che esprimono, in sostanza, un desiderio di innovazione costante, dove le tante applicazioni di magazzino sappiano creare sinergie positive tra le attività. Abolendo tutte le procedure che creano rallentamenti o inefficienze, causa di dannosi ostruzionismi al ciclo di materiali e informazioni.

Un orizzonte ambizioso e non troppo lontano da conquistare, specialmente alla luce delle tecnologie applicate al settore, ricche di soluzioni in grado di massimizzare i punti di forza aziendali con l’impiego di software evoluti. Il loro utilizzo servirà ad integrare le procedure già esistenti e i processi di gestione logistica all’interno delle imprese, sia produttive che della distribuzione, e per le società di trasporto.