MAGAZZINO È COMPETITIVITÀ, strategie per gestire gli stock.

Articolo su BIANCO&BRUNO

Pubblichiamo un contenuto relativo alla rubrica denominata Mondo Logistica, all’interno della testata giornalistica Il BIANCO&BRUNO.

Parliamo di logistica e gestione del magazzino: la sua progettazione – o la ristrutturazione di uno esistente – è un’attività troppo spesso sottovalutata, affrontata non di rado con metodi e risorse poco appropriati. Il magazzino di un’azienda moderna, che sia destinato allo stoccaggio di materie prime, di semilavorati o di prodotti finiti, incide in modo significativo sull’ammontare complessivo dei costi sostenuti e sul livello di servizio, divenendo pertanto una chiave essenziale in termini di competitività. Nonostante il sistematico aumento della sua complessità operativa, molti continuano a considerare il magazzino come un “male necessario”.

Durante i processi di revisione funzionale – una riorganizzazione volta al miglioramento dell’efficienza ad esempio, un ampliamento o un rinnovamento tecnologico – non è raro rilevare atteggiamenti semplicistici che portano in sé il rischio di trascurare risvolti economico-finanziari, tecnologici, organizzativi e umani, con ripercussioni sull’azienda e sulla supply chain. Ecco perché, quando si interviene in modo incisivo sull’assetto fisico ed organizzativo del magazzino, è opportuno coinvolgere, accanto alla logistica, anche altre funzioni aziendali: la produzione in primis, ma anche gli approvvigionamenti, la qualità e il commerciale, ricchi di temi e contenuti essenziali in tutte le proposte di miglioramento avanzate dalla logistica.

  • Ci si dimentica spesso che il magazzino è un importante segmento della supply chain, o catena di fornitura, condizionato e capace di condizionare a propria volta strategie ed operazioni aziendali. Sbagliato quindi considerarlo una mera entità fisica – i locali dell’azienda, cioè, in cui vengono stivate le merci. Quando, tra le sofferenze di un magazzino, emerge ad esempio la questione della carenza di spazio, è necessario adottare soluzioni rivolte non solo al miglioramento delle tecnologie di stoccaggio e movimentazione, o all’ampliamento dei locali, ma anche alla possibilità di:
  • Una diversa gestione delle scorte, in grado di migliorare le previsioni, velocizzare la rotazione dei prodotti, attivare relazioni collaborative con fornitori. Ne potrebbe conseguire un minor volume di merce da stoccare, per un vantaggio in termini di capitale investito;
  • Un diverso rapporto con i clienti, basato su politiche di consignment stock capaci di liberare spazi interni;
  • Una implementazione di attività di consegne dirette o di cross docking affinché alcuni prodotti possano bypassare l’area di stock;
  • Una riprogettazione degli imballaggi al fine di migliorare l’efficienza di occupazione delle unità di carico. Non si tratta di soluzioni determinabili a priori in funzione, per esempio, del settore merceologico o della dimensione del magazzino.

Risposte a quesiti impegnativi come la scelta di realizzare un magazzino automatico o uno tradizionale, o su quali attrezzature, macchine e sistemi utilizzare per stoccare e movimentare merci nei magazzini tradizionali, devono essere supportate da studi e analisi approfondite; vale a dire da un progetto accurato sviluppato senza preconcetti e condizionamenti. Questo approccio, pur richiedendo un investimento talvolta superiore alla norma nella fase di progettazione – che è tra l’altro quella assai meno dispendiosa tra tutte le fasi di un intervento di riorganizzazione, pari a qualche punto percentuale sulla totalità dell’investimento – si traduce alla fine in vantaggi misurabili sul piano dei risultati operativi (diminuzione del rischio di malfunzionamenti ed errori di fondo), degli investimenti complessivi e dei tempi di realizzazione, che compensano ampiamente il costo delle risorse impiegate, sia interne che esterne all’azienda.